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Le poesie sulla Liguria, da Montale a Cardarelli

La Liguria in poesia

La Liguria è poesia, una terra di contrasti e selvaggia bellezza che nel corso dei secoli ha ispirato poeti e scrittori, pensatori e viaggiatori da tutto il mondo.

Paesaggi aspri e luminosi, un mare profondo e misterioso, sentieri capaci di perdersi nella vegetazione più rigogliosa per poi aprirsi improvvisamente su un borgo colorato, foriero di tradizioni antichissime: da Eugenio Montale a Camillo Sbarbaro, fino a illustri “stranieri” come Vincenzo Caldarelli, le poesie sulla Liguria riescono a tradurre in versi le sensazioni uniche evocate da questa terra.

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Eugenio montale, l’autentica Liguria in poesia

Tra tutti i poeti liguri, Eugenio Montale è sicuramente il più celebre e rappresentativo.
Nato a Genova nel 1896, Montale ha dedicato gran parte della sua produzione poetica alla Liguria, rappresentandone con toni aspri e malinconici la sua identità ruvida e autentica.
I suoi versi sono un omaggio alla terra natale, ai suoi paesaggi assolati e ai silenzi sospesi. Montale ha saputo cogliere l’essenza stessa della Liguria, la sua anima più intima e vera, facendola dialogare con il cuore dell’ascoltatore.

Meriggiare pallido e assorto” è una delle sue poesie più famose, un’immagine perfetta della Liguria d’estate, con il suo sole caldo e il suo mare immobile.

 

“Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.”

 

Montale è anche il poeta delle “Creuze”, le strette stradine che si snodano tra i borghi liguri, e dei “muretti a secco”, simboli di una terra difficile da coltivare ma ricca di fascino, elementi spesso presenti nelle sue poesie.

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Camillo Sbarbaro, la delicata quotidianità della Liguria

Un altro grande poeta ligure è Camillo Sbarbaro, nato a Santa Margherita Ligure nel 1888.
A differenza di Montale, Sbarbaro ha cantato la Liguria con toni più semplici e quotidiani, soffermandosi sul valore delle piccole cose, su dettagli apparentemente insignificanti che invece rivelano l’anima più profonda di un luogo.
Le sue poesie sono un invito a osservare il mondo con occhi nuovi, ad assaporare la poesia che si nasconde nelle cose di tutti i giorni, nei piccoli gesti e nelle emozioni più autentiche.

Trucioli” è una poesia che ben rappresenta lo stile di Sbarbaro, una fotografia vivida e realistica della regione con i suoi colori, odori e suoni.

 

“Scarsa lingua di terra che orla il mare,
chiude la schiena arida dei monti;
scavata da improvvisi fiumi; morsa
dal sale come anello d’ancoraggio;
percossa dalla farsa; combattuta
dai venti che ti recano dal largo
l’alghe e le procellarie
ara di pietra sei, tra cielo e mare
levata, dove brucia la canicola
aromi di selvagge erbe“.

 

Una delle poesie sulla Liguria caratterizzata da solitudine e malinconia, sentimenti che spesso accompagnano la contemplazione del paesaggio costiero.

 

Vincenzo Cardarelli, la poesia come memoria e paesaggio interiore

Nato a Tarquinia nel 1887 ma profondamente legato alla Liguria, Vincenzo Cardarelli è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano.
La sua poesia è caratterizzata da un tono nostalgico e riflessivo, con un forte legame alla memoria e al paesaggio interiore. Cardarelli ha saputo esprimere attraverso i suoi versi l’amore per questa terra, descrivendone le particolarità in una delle più belle poesie sulla Liguria.

 

“È la Liguria terra leggiadra.
Il sasso ardente, l’argilla pulita,
s’avvivano di pampini al sole.
È gigante l’ulivo. A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s’alternano
per quelle fondi valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell’arida terra il sole striscia
sulle pietre come un serpe.
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria, come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all’onde
liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.”